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U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia DigestivaDirettore: Dr Giovambattista Forte |
U.O.S. Malattie Epatiche Croniche nel Pre e Post TrapiantoResponsabile: Dr Guido Piai |
Perchè bisogna fare la biopsia epatica nella epatite cronica ?
La biopsia aggiunge alle analisi del sangue molte informazioni essenziali per la comprensione e la valutazione della malattia epatica.
Lo specialista anatomo-patologo dispone oggi di sistemi numerici di gradazione della epatite, attività, e del danno cicatriziale, fibrosi, che la malattia ha già prodotto nel fegato.
Solamente
la biopsia
epatica fornisce informazioni sulla conformazione microscopica del
fegato e
sulla fibrosi. E' ancora controverso il ruolo di particolari analisi
del sangue (Fibrotest, ecc) nel predire la fibrosi, mentre
l'elastometria (Fibroscan) sta trovando un suo ruolo con la definizione
di potenzialità e limiti (2010).
La biopsia epatica fornisce inoltre informazioni su un possibile contributo di ferro, steatosi e concomitante consumo di alcool nelle progressione dell’epatite cronica a cirrosi.
Sebbene nei pazienti che praticano la biopsia per l’epatite C sia raro scoprire altre inaspettate cause di malattia di fegato, le informazioni ottenute consentono di prendere decisioni più motivate sull’inizio o meno della terapia antivirale. Sono quindi fondamentali nel processo di consenso informato e di valutazione sulla necessità di fare una terapia contro il virus.
Infatti sappiamo che fortunatamente solo una piccola parte di coloro che hanno contratto l'infezione da virus C avranno, in genere dopo decenni, una grave malattia di fegato. Sono soprattutto coloro che alla biopsia mostrano i gradi più severi di infiammazione, epatite con attività moderata o severa: queste persone sono senz'altro da trattare. Per costoro sapere della serietà della loro epatite costituisce una forte motivazione a sopportare la terapia che, oggi a base di interferone, è lunga e fastidiosa.
Al contrario, di fronte a una epatite con attività lieve si può preferire di non praticare la terapia antivirale, tenendo solo la malattia sotto controllo, con l'attenzione che non cambi niente e nell'attesa che negli anni prossimi siano disponibili terapie più facili e efficaci: niente paura, la biopsia ci fornisce la tranquillità di aspettare!
I pazienti con transaminasi persistentemente normali, o minimamente alterate, e senza fibrosi alla biopsia epatica, possono essere rassicurati sulla benignità della loro prognosi e decidere di non praticare l’attuale terapia gravata da significativi effetti collaterali.
E' ormai accettato che non è sempre necessario praticare la
biopsia epatica ai pazienti con epatite C genotipo 2: infatti, la terapia
più recente (associazione interferone pegilato e ribavirina) ha, in questi
pazienti, anche 4 su 5 possibilità di successo nel guarire dall’infezione.
Su questo argomento sono in corso ulteriori studi prima di poter trarre una
indicazione definitiva, soprattutto per il genotipo 3.
In
generale, la biopsia pretrattamento offre un’immagine la più esatta
possibile del grado di malattia ed il
termine di paragone per i confronti successivi.
Rientra nella valutazione dello specialista epatologo, in stretta
collaborazione col paziente, personalizzare l'indicazione alla
biopsia e la possibilità di evitarla senza compromettere la qualità
della terapia e del follow-up.